Misero, i guai m’han da me stesso astratto,
e cercando un soggetto
per volerlo dir sol cento n’ho detto.
Chi nel carcere d’un crine
i desiri ha prigionieri,
per sue crude aspre ruine
ne men suoi sono i pensieri.
Chi ad un vago alto splendore
diè fedel la libertà,
schiavo alfin tutto d’amore
ne men sua la mente havrà.
Quind’io misero e stolto,
non volendo cantar, cantato ho molto.