Che si può fare?
Le stelle rubelle
non hanno pietà;
se ’l Cielo non da
un influsso di pace al mio penare,
che si può fare?
Che si può dire?
Dagl’astri disastri
mi piovano ogn’or;
se perfido Amor
un respiro diniega al mio martire,
che si può dire?
Così va rio destin:
sorte tiranna
gl’innocenti condanna;
così l’oro più fido
di costanza e di fè, lasso conviene
lo raffini d’ogn’or fuoco di pene.
Sì, sì, penar deggio,
sì, che da rei sospiri
deggio trarne i respiri.
In aspri guai per eternarmi
il Ciel niega mia sorte
al periodo vital punto di morte.
Voi spirti dannati
ne siete beati
s’ogni eumenide ria
sol’è intenta a crucciar l’anima mia.
Se sono sparite
le furie di Dite
voi negl’Elisi eterni
i dì trahete io coverò gl’inferni.
Così avvien a chi tocca
calcar l’orme d’un cieco
alfin trabocca.