Cassandra
L’alma fiacca svanì,
la vita ohimè spirò,
Corebo, o dio morì,
e sola mi lasciò,
per sposa ei mi voleva, ed io qui piango
prima che sposa, vedova rimango.
La vita così va,
anco mio padre il re
nel fin di grave età
regno, e vita perdé.
Del senso umano o debolezza, o scorno
su i secoli disegna, e vive un giorno.
Cassandra, e che di te
questa notte sarà?
S’aita più non c’è
la tua vita cadrà.
O della patria mia stragi fatali,
o in van da me profetizzati mali.
Nel tempio io tornerò
i numi a supplicar,
altrove andar non so,
sia guardia mia l’altar;
e s’all’altar morrò, vi prego, o dèi,
le vittime a gradir de’ spirti miei.