S’era alquanto addormentato
per dar tregua alle sue pene
il mio cor, ma non posò.
Che scontento il piè legato,
il rumor de le catene
in un subito il destò.
Onde all’ora sospirando
l’interrotta sua quiete
così disse lagrimando:
«Quando vi spezzerete
o legami noiosi?
Voi, che ogn’or v’opponete
a miei dolci riposi,
e mai del mio dolor sazii non siete?
Quando vi spezzerete?
M’addormento
un sol momento
per goder paci tranquille,
e non ponno,
in dolce sonno
riposar le mie pupille
che voi tosto vi scotete.
Quando vi spezzerete?
Non vi basta aver tolto
all’alma mia la libertà gradita,
e di tenermi avvolto
con fierezza inaudita
in nodo indissolubile e tenace?
Ch’invidi di mia pace
anche un lieve riposo a me togliete?
Quando vi spezzerete
o legami noiosi?
Voi, che ogn’or v’opponete
a miei dolci riposi,
e mai del mio dolor sazii non siete?
Quando vi spezzerete?
Ma chi vi spezzerà, dure catene?
Impietosito Amor, de le mie pene
forse vi frangerà?
No, no, ch’è vanità!
Sono eterne d’amor l’aspre ritorte,
e non le spezza mai se non la morte!»