Alba, ch’imperli i fiori all’erbe in seno,
tempra il meriggio a questo core acceso,
ed apri alla mia speme un dì sereno.
Amor, che mascherasti
di varie spoglie e piume
il sovran d’ogni nume,
ti fu facile e piano
celar sotto Ermosilla un Usimano.
Ahi forza, ahi violenza,
sotto aspetto giocondo
i miei martiri ascondo,
da dolce stral trafitto
languisco, e sono il prencipe d’Egitto.
Ignoto in Persia venni,
arcana idolatria
professa l’alma mia,
tra fortuna ed amore
ho sulla ruota, e tra le fiamme il core.