Qui Orfeo, sedendo all’ombra d’un alta quercia, canta al suono della sua lira.
Orfeo
È morta Euridice,
mirar non mi lice
più i raggi del sol.
Uccidami il duol.
Quest’alma dolente
nel Baratro ardente
seguirla già vuol.
È morta Euridice
mirar non mi lice
più i raggi del sol.
Sonno, tu che sopisci
i tormenti a’ mortali,
spiega placido l’ali
su queste luci e in un perpetuo oblio
addormenta per sempre il duolo mio.
Qui Orfeo, vinto dal duolo, s’addormenta, egli comparisce in sogno Euridice, in ombra, sopra l’ali di due fantasmi.