Tolomeo, con coppa di veleno.
Che più si tarda omai,
o neghittose labbra,
a dissetar con queste poche stille
che Elisa a te presenta,
l’empio furor della tua sorte irata?
Si beva, sì, si beva.
Beve il veleno e getta la coppa.
Inumano fratel, barbara madre,
ingiusto Araspe, dispietata Elisa,
numi, o furie del Ciel, Cielo nemico,
implacabil destin, tiranna sorte,
tutti, tutti v’invito
a gustare il piacer della mia morte.
Ma tu, consorte amata,
non pianger no, mentre che lieto spiro;
basta, che ad incontrar l’anima mia
quando uscirà dal sen, mandi un sospiro.