Amore
Che pensi, mio core?
Sù, sù, di costei
si fugga il rigore;
ah lasso, mi tiene
fra’ ceppi e fra catene
tenacemente avvinto
la sua beltà, che m’ha trafitto, e vinto.
Il nodo sì indegno
recidasi omai
con l’armi di sdegno;
né meno potrei,
sciolto da’ lacci miei,
rendermi fuggitivo,
che son ferito a morte, e semivivo.
Noi dunque costanti
soffriam la prigione
lontani da’ pianti;
de gl’occhi la piova
al nostro mal non giova,
anzi, che tale humore
dà più vita a l’incendio, e ’l fa maggiore.