Endimione
Erme, e solinghe cime,
ch’al cerchio m’accostate
delle luci adorate,
in voi di nuovo imprime,
contemplator segreto
Endimione l’orme,
le variate forme
della stella d’argento
lusingando, e baciando,
di chiare notti tra i sereni orrori,
sulla terra, e sui sassi i suoi splendori.
Lucidissima face
di Tessaglia le note
non sturbino i tuoi giri, e la tua pace.
Dagl’atlantici monti
traboccando le rote,
Febo, del carro ardente, omai tramonti.
Il mio lume nascente
illuminando il cielo
più bello a me si mostri, e risplendente.
Astro mio vago, e caro
a’ tuoi raggi di gelo,
nel petto amante a nutrir fiamme imparo.