Desia la verginella,
che la forza amorosa
colga il suo fior, benché d’amor rubella
si mostri, e disdegnosa;
spesso cela del cor l’ampia ferita,
e col rigor del volto a’ baci invita.
Agl’ardenti sospiri
è sorda, e cieca a’ pianti,
e vuol, ch’altri l’intenda, e che la miri;
bramando odia gli amanti,
ed a goderla in cara, e lieta pace
per condur chi la segue è sol fugace.
Contende, e le contese
sono mute favelle,
ch’invitano a gioir l’alme, ch’accese
co’ rai de le sue stelle;
e mentre veste il suo desio d’asprezze,
vuol, che rapite sian le sue bellezze.