Non havea Febo ancora
Recato al mondo il dí
Ch’una donzella fuora
Del proprio albergo uscí
Sul pallidetto volto
Scorgeasi il suo dolor
Spesso gli venia sciolto
Un gran sospir dal cor
Sí calpestando fiori
Errava hor qua, hor là
I suoi perduti amori
Cosí piangendo va:
«Amor», dicea, il ciel
Mirando, il piè fermo
«dove, dov'è la fè
Ch’el traditor giurò?»
Miserella
«Fa' che ritorni il mio
Amor com’ei pur fu
O tu m’ancidi, ch’io
Non mi tormenti più.»