ASTERIA
È morto, sì, tiranno, io stessa il vidi.
È morto, ma con lui non è anche morto
l’odio che al suo nemico
deve il sangue ottoman. Io son l’erede.
Raccomandollo con un guardo il padre;
e quel poco che resta
del suo gran core in me, so custodirlo.
Io son l’unico avanzo dell’ira sua:
raccogli in me tutti i tuoi sdegni,
com’io raccolgo contro te, in me sola,
tutti del sangue mio gli sprezzi e gli odi.
Mirami, quella son, che già due volte
tentò darti la morte, e sono rea,
perché non l’ho eseguita.
Se non furo le mie colpe bastanti
per una nuova morte, almeno quella
rendimi che gettò la mia vendetta.
Rendimela, crudele,
e al genitor mi invia
a placar l’ira sua con l’ombra mia.