Ho visto un posto brulicante di persone assenti, un posto pieno di abitanti che
sembravano viandanti attenti al passo piùche alla direzione, con gli occhi
fissi in basso, quasi avendo soggezione.
Ma quando due si urtavano si alzavano di scatto e — da zitti che eran — tutt’a
un tratto urlavano al misfatto e poi giùbotte, tirando dentro chi gli stava
accanto a regge il moccolo: tutti addosso a far montagna partendo da un
bernoccolo.
Ho visto un uomo piccolo emerger dal groviglio, un uomo cosìpiccolo da sembrar
suo figlio, due parentesi di sopracciglia su uno sguardo sveglio,
coi calli delle mani come solo nascondiglio.
Scoglio in mezzo a quel marasma, unico vivente in quella cittàfantasma,
avanzava lentamente, incurante del trambusto in cui era immerso,
in cerca del suo posto, ma senza averlo perso.
II tempo sta cambiando, ma i giorni non accelerano, diventano piùscuri e si
raffreddano e non pensare mai che tu stia correndo: èsolo tutto il resto che si
sta fermando.
Libero, con un libro per bagaglio, con la propria libertàscritta su ogni foglio,
carica d’orgoglio, con la voglia di portare a termine la sua missione ho visto
l’uomo arrestarsi sulla soglia di un portone.
Ho visto il caos chetarsi, gli occhi alzarsi, le orecchie tendersi e le bocche
chiudersi in un coro muto; poi la folla coagularsi intorno al nuovo benvenuto,
sconosciuto a tutti quanti e atteso come un invitato.
Nudo, ma col piùgrandioso dono l’uomo guardòfisso in viso ognuno,
sollevòin alto la mano e nel palmo — una ad una — chiuse a pugno cinque dita:
riunite nella lotta, unite per la vita.
Ascoltavano composti il silenzio che intonavano, aspettavano che a romperlo
fosse l’uomo che guardavano e quando questi alzòil volume e prese fiato tutti
lo trattennero ed iniziòil racconto di quel libro magico:
«Questo che vi mostro èun organismo, ècarne mista a spirito in un corpo unico,
nato ii giorno in cui tutti noi eravamo ipotesi, chiamati indistintamente „posteri“.
Questo èil testamento che gli antichi hanno inciso colle dita, scritto con iI
sangue, pagato con la vita di operai perchénoi senza troppi guai godessimo di
quella libertàche non hanno avuto mai»